assato il ponte che da piazza Duomo immette nel castello, entrati nella corte, si scorge sulla sinistra il Palazzo Tadea. Si presenta come un edificio tardo rinascimentale sviluppato su tre piani, dalle linee sobrie. L’ingresso, centrale, caricato con lo stemma nobiliare, unisce in un gioco stilistico un arco a tutto sesto con conci a vista, con un timpano in rilievo che richiama i templi greci. L’edificio fu fatto erigere, alcuni decenni dopo l’incendio del 1511, da Bernardo di Spilimbergo e completato – dopo la morte di costui – dalla moglie Tadea nel 1566. All’interno è strutturato a ogni piano con un salone centrale più vasto e quattro stanze laterali di dimensioni minori, con ulteriori appendici. Al primo piano, il salone è decorato con stucchi cinquecenteschi, recentemente restaurati. Lungo lo scalone principale è riprodotto un dipinto che mostra la nobile Tadea alla finestra del suo palazzo, mentre sullo sfondo si svolge una scena di vita quotidiana sulle rive del Tagliamento (ma è un’illusione dell’artista, giacché il panorama è quello che in realtà si poteva vedere dalla sponda opposta del fiume!). Sede di uffici pubblici e del Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia (CARF), viene oggi utilizzato per concerti musicali ed esposizioni d’arte, tra cui la mostra permanente di scultura della Fondazione Ado Furlan.