Itinerario 5 - I territori delle terre umide
25
km
24
tappe
2h 30'
durata
25
km
24
tappe
2h 30'
durata
Chiesa dei Santi Ermacora e Fortunato - Partenza Itinerario 5
Alle origini della fede friulana
Ricostruita attorno al Trecento, questa chiesa risale in realtà ad un’epoca ben più antica. Lo testimonia l’intitolazione: questo è infatti l'unico edificio di culto in tutto il Friuli Occidentale dedicato ai fondatori della chiesa aquileiese.
Chiesa di San Giorgio e La Centa
Alla ricerca del drago
La chiesa parrocchiale di Chions è posta in uno dei luoghi simbolo della comunità nel Medioevo, ovvero le centa in cui gli abitanti trovavano rifugio in caso di pericolo. Persino il campanile è legato a questa antica storia, visto che sorge sui resti di una delle torre fortificate della centa.
Lago Le Roste
Un luogo per riposare
Il laghetto delle Roste è il risultato di un’azione antropica e non un ambiente naturale. Si tratta di una ex cava di argilla che mostra il pelo d’acqua della falda. Questo permette di capire come la stessa sia altissima tanto è piccola la scarpata del bacino.
Chiesa della Madonna della Salute a Basedo
Dove un tempo c’era il lazzaretto
Una chiesetta dalle piccole dimensioni ma dalla grande storia. Infatti è l’unica testimonianza architettonica rimanente del Lazzaretto di Basedo, antico luogo di confinamento contro le malattie contagiose.
Chiesa di San Bartolomeo a Basedo
La chiesa degli affreschi riscoperti
Nonostante i rimaneggiamenti dei secoli successivi, la chiesa di San Bartolomeo a Basedo, una delle frazioni di Chions, mantiene ancora alcuni dipinti del suo antico passato, come gli affreschi riscoperti e dedicati al patrono insieme alla Madonna assisa sul trono. Potrebbero essere dei pittori della scuola di Andrea Bellunello, molto attivo tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento nella vicina San Vito al Tagliamento.
Casse di espansione a Villotta
Il moderno riprende l'antico
Questa vasca di laminazione ha il compito di garantire la sicurezza idraulica a valle, ma contemporaneamente sta costruendo un ambiente pseudo naturale disegnato dall’acqua. Un ambiente che nel prossimo futuro subirà consistenti trasformazioni.
Villa Morassutti a Banduzzo
Una residenza temporanea
Il giardino e il complesso edilizio si ergono isolati in quella che un tempo era la vasta campagna di pertinenza. La residenza della famiglia era temporanea, ma nonostante tutto nell’800 si diede mano alla costruzione della chiesetta di Sant'Antonio.
Marignana
Esempio di insediamento medievale
Il piccolo insediamento rurale di Marignana ha ancora la capacità di restituirci un modello insediativo medievale lineare. Un villaggio di strada orientato da nord a Sud e collocato su un dosso argilloso posto lungo il rio Selvata che aveva a monte una ampia palude. L’abitato si poneva in una posizione alta capace di sfruttare una ampia zona coltivabile di terreni asciutti.
Prati Burovich
Contrasti tra masse arboree e praterie
Il complesso dei prati Burovich, dal nome degli ultimi proprietari, rappresenta una testimonianza delle sistemazioni agrarie dell‘ 800. Sulla sinistra del fiume Reghena, pezze allineate e contigue a prati stabili, larghe una trentina di metri si allungano formando grosse fasce verdi, unite dalle alberate che fiancheggiano i fossati.
Abbazia Santa Maria in Silvis
L’abbazia di origine longobarda
Dedicata alla Madonna quale ringraziamento per la sua guida nel recupero dei terreni boscosi che attorniavano l’area. Fu affidata ai monaci benedettini che con il loro motto “ora et labora” la resero ricca e rispettata lungo il Medioevo.
Centro storico di Sesto al Reghena - Arrivo Itinerario 4
Splendido borgo di origine romana
Il nome Sesto deriva dall’esistenza di una statio (luogo di sosta) in età romana, posta sei miglia dalla città di Iulia Concordia, lungo la via che portava a nord. Di sicuro il luogo acquisì importanza in età longobarda, quando venne fondata l'abbazia dedicata a Santa Maria.
Villa Zanardini Fabris
Una moltitudine di affreschi
Le due barchesse racchiudono lo spazio del giardino con cortile pavimentato in pietra, statue, colonne e resti archeologici posti tra le aree a verde. All'interno molte stanze sono ancora riccamente affrescate sulle pareti, sui soffitti e lungo la scala principale con soggetti mitologici.
Guado sul Versiola
Luogo suggestivo attrezzato per la sosta
La strada che collega Cordovado a Sesto al Reghena è molto antica pur essendo una strada campestre e per di più fa da confine regionale e comunale. La strada quindi era presente prima della costituzione dei confini comunali e probabilmente è uno degli elementi fondanti del disegno di colonizzazione medievale che seguì l’insediamento dell’abbazia.
Chiesa di san Pietro a Versiola
Un richiamo alla chiesa di Roma
Il monastero di Sesto al Reghena tra l’XI e il XII secolo era particolarmente impegnato a difendere la sua autonomia, in un gioco di equilibri tra l’obbedienza al Patriarca di Aquileia e il richiamo alla Chiesa di Roma. A questo scopo si sarebbe dotato di una serie di luoghi di culto e opere d’arte dedicati a Pietro.
Mulini di Stalis
I mulini modificano il territorio
La mappa del Catasto napoleonico mostra l’ambiente del Lemene fortemente costruito. La medievale costruzione dei mulini aveva modellato le acque segnando il territorio con alvei rettificati da rettilinei che convivevano con le linee curve delle forme fluviali.
Fontana di Venchiaredo
Una piccola risorgiva
L’ambiente è caratterizzato da una piccola risorgiva che è affluente del Lemene e che aveva utilizzi agricoli perché riforniva di acqua potabile le vicine famiglie. Questa sorgente è stata oggetto di un passo importante del romando nieviano.
Lago Paker
Un'oasi di biodiversità
Il laghetto Paker (o Pacher) è un'oasi di biodiversità, meta degli appassionati di pesca sportiva. L’area comprende di tre bacini di origine artificiale, alimentati da una falda sotterranea. Il più vecchio risale alla seconda metà dell’Ottocento.
Prati della Madonna
Ampie praterie umide
Di fronte al santuario si estendevano ampie zone di prateria che entrarono in possesso del convento e poi dei nuovi proprietari. Queste praterie umide finirono per diventare uno spazio produttivo ma non furono arate e conservano ancora oggi una qualità ecologica molto alta.
Santuario della Madonna delle Grazie
Barocco veneto nel suo massimo splendore
Secondo la tradizione popolare cordovadese negli anni Novanta del Cinquecento un dipinto raffigurante Maria, presente su un capitello all’entrata del borgo, prese vita compiendo prodigi. L’opera è ancora custodita nel santuario costruito e abbellito nel Seicento attorno a essa, richiamando pellegrini da tutto il Friuli, Veneto e fin dall’Austria.
Palazzo Cecchini
Il convento trasformato in palazzo
Il convento dei domenicani fu soppresso nel 1806 e acquistato in seguito da Francesco Cecchini che costruì la sua residenza con un atteggiamento storicista recuperando anche alcuni temi del classicismo di certi edifici pubblici.
Palazzo Marzin-Mainardi
Il convento preservato nel palazzo
Palazzo Marzin-Mainardi ha conservato l’aspetto originario del convento anche se in occasione della residenza dei Marzin il ritmo degli archi fu complicato cercando di costruire un asse di simmetria nell’arco centrale aprendo al primo piano una bifora con il terrazzo.
Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria
Oratorio del XIV secolo
L'oratorio risale alla prima metà del XIV secolo e fu rimaneggiato intorno al 1591. Presenta semplice facciata a capanna con portale in pietra affiancato da due finestre e monofora campanaria sul colmo del tetto.
Parco dei Domenicani
Il vecchio orto dei frati
Il parco dei Domenicani in origine era lo spazio che gli stessi dedicavano alla produzione orticola per il convento stesso. Quando il complesso religioso fu venduto questi spazi furono destinati alla costruzione di due parchi.
Borgo di Belvedere e palazzo Soppelsa - Arrivo Itinerario 5
La palude lascia spazio al palazzo
I percorsi campestri che si trovano in questa zona richiamano alla mente i paesaggi rurali di un tempo, con campi coltivati, alternati a macchie boschive e strade alberate. Ma per secoli queste aree erano state occupate dalla palude, bonificata solo poco prima della costruzione del palazzo.
©️ 2024: Pro Casarsa della Delizia APS via Zatti 1, 33072,
Casarsa della Delizia (PN)
Tel. +39 0434 871031
Cell. +39 338 7874972
Email segreteria@procarsa.org
PEC
procasarsa@pec.unplifvg.it
CF 91002390937 - P. IVA 01237500937 - SDI M5UXCR1
www.procasarsa.org