Itinerario 2 - Dai territori aridi alle paludi
70
km
32
tappe
6h 30'
durata
70
km
32
tappe
6h 30'
durata
Colle di San Zenone - Partenza Itinerario 2
L'ultima delle colline
Punto di riferimento nelle vicinanze della partenza è il colle di San Zenone, un piccolo rilievo isolato, ultima delle colline che animano il panorama tra Meduna e Tagliamento.
Prati stabili
Un prezioso serbatoio di biodiversità
Formazioni erbacee, costituite da un numero elevato di specie vegetali spontanee, che non hanno mai subito il dissodamento e vengono mantenute solo con operazioni di sfalcio ed eventuale concimazione.
Chiesa di San Biagio
Una chiesa voluta dal popolo
Non ci sono molte notizie sulla chiesa di San Biagio, se si eccettua un passaggio poco… onorevole riferito agli abitanti di Istrago nel XV secolo, scomunicati perché non avevano pagato le decime dovute. Sulla facciata principale si apre un portale in pietra dalle linee armoniose, con un’iscrizione sull’architrave che ricorda che la costruzione fu voluta dalla popolazione (PIETAS POPUL. EREXIT).
Mulino Istrago
Il mulino misterioso
Il mulino di Istrago insiste lungo la roggia detta “di Lestans”, derivata in epoca imprecisata dal torrente Cosa, un tempo importantissima fonte di energia per le attività economiche del territorio.
Hangar dirigibili
I bombardieri della Grande guerra
Testimonianza di un’epoca in cui il volo era ancora in una fase pionieristica, l’hangar fu costruito nel 1916 e rimase in esercizio fino allo sfondamento di Caporetto. Oltre all’M9, c’erano altre strutture di supporto, tra cui il laboratorio per la produzione di idrogeno. Dell’enorme struttura, visibile a molti chilometri di distanza, rimangono ora il pavimento, le tracce delle guide di scorrimento dei portoni d’acciaio e i rilevati di ancoraggio in cemento del grande capannone.
Magredi di Tauriano
Una steppa nel cuore del Friuli
Quest’area semipianeggiante, un tempo sfruttata dagli abitanti dei paesi vicini per il pascolo del bestiame, costituisce un ambiente naturale unico nel suo genere, composto da una prateria arida, simile alla steppa, interrotta da siepi mature e piccoli boschetti. Vi nidificano albanelle, il falco pellegrino, il gufo di palude e l’averla cenerina. E negli ultimi tempi è tornato anche un suo vecchio… inquilino: il lupo.
Oratorio di San Rocco a Tauriano
La chiesa sopra il tumulo protostorico
Nel 1506 la Confraternita di San Rocco di Tauriano, impegnata nella lotta alle pestilenze (all’epoca frequenti) , acquistò il roccolo di una famiglia privata, per costruirvi sopra una chiesetta in onore del santo. La posizione all’entrata del paese, lungo le strade che conducono a Spilimbergo e a Istrago, induce a ritenere che l’edificio – oltre a funzioni sacre – servisse anche a scopi di assistenza e isolamento dei malati.
Chiesa di San Nicolò a Tauriano
Gli affreschi riapparsi dal terremoto
La chiesa di San Nicolò esisteva già nel 1293, ma fu più volte rimaneggiata oggi si presenta con una facciata neogotica. All’interno di particolare interesse gli affreschi nell’abside, del 1502, di Gianpietro da Spilimbergo, con gli episodi della vita del santo. Insolite le due cappelle laterali, sormontate da una cupola. Vi operò nei primi decenni del Novecento anche il grande pittore Umberto Martina.
Palazzo Martina-Indri
Il simbolo del nuovo status sociale
In un contesto esclusivamente agricolo nel Settecento la famiglia Martina assunse un carattere borghese e lo volle rappresentare in paese costruendo un edificio che aveva un carattere urbano e non rurale.
Cappella della Madonna del Buon Consiglio (Ancona di San Cristoforo)
900 chilometri di cammino!
La struttura è composta da due parti distinte: l'abside con la volta a botte, di epoca cinquecentesca, e il portico di accoglienza. All’interno la cappella è totalmente affrescata con soggetti sacri. Ma a suscitare interesse sono anche le tante iscrizioni fatte lasciate dai viaggiatori dell’Europa orientale diretti probabilmente alle università di Padova o Bologna, che passavano di qui lungo il cammino della cosiddetta Via Regia: 900 chilometri da Lublino a Tauriano!
Area dei prati stabili
I prati e le siepi
Scendendo da Tauriano verso Barbeano si incontrano alcuni interessanti lacerti di prati stabili ancora ben conservati all’interno di un paesaggio di campi chiusi.
Agriturismo da Tina e le grandi pianure riordinate
Una testimonianza del cambiamento
I territori della grande pianura nel Novecento hanno subito delle profonde azioni di ristrutturazione per rendere produttivi suoli aridi. Per prima cosa all’inizio degli anni ‘50 si resero indispensabili azioni per portare l’acqua della montagna all’interno di territori che non avevano che piccole rogge di età medievale o poco più tarde.
Chiesa di Santa Maria e San Giuseppe
Una Natività unica nel suo genere
La chiesa fu costruita a metà Ottocento, in sostituzione della vecchia parrocchiale posta sul letto del torrente Meduna. I lavori di costruzione furono condotti dall’impresario Pietro Costantini, nonno del celebre cardinale Celso Costantini. All’interno si conservano alcune pregevoli opere d’arte, tra cui un grande dipinto novecentesco della Natività e una pala secentesca del pittore ravennate Matteo Ingoli.
Chiesa di San Giovanni
Una chiesa contesa
La collocazione al confine tra Rauscedo e Domanins nel Novecento fu causa di forti tensioni tra le due comunità. La diatriba sfociò in una zuffa generale, quando volarono pugni e schiaffi e i due parroci riuscirono a fatica a calmare gli animi. La situazione si risolse solo nel 1950.
Vecchio alveo coltivato
La difesa dalle piene
Uno dei rami storici del Meduna è scomparso alla metà del ‘900 per allontanare le piene da Rauscedo e Domanins.
Fornace di calce
Esempio di archeologia industriale
In lontananza emerge il profilo della fornace da calce degli Ermacora. La fornace è una importante testimonianza delle pratiche legate alla presenza di inerte molto puro lungo il fiume.
Polveriera della guerra fredda
La paura dell'avanzata sovietica
Dopo il secondo dopoguerra tutta la linea del Tagliamento fu costruita con bunker e opere militari che dovevano contrastare l’ipotizzato arrivo delle colonne corrazzate sovietiche. La linea in questa zona era presidiata dai Battaglioni di arresto che avevano sede ad Arzene e a ovest c’era la grande polveriera.
Chiesa di San Lorenzo
La chiesa con la diavolessa incatenata
Completamente restaurata dopo il terremoto del 1976, la chiesa conserva al suo interno numerose immagini di santi fatti dipingere dai fedeli per voto. Ma vicino alla porta laterale colpisce una insolita diavolessa immonda (è nera, pelosa, con le corna e le ali da pipistrello, le mammelle pendule, ritratta nell’atto di defecare) che con gli artigli sembra voler ghermire le anime, me è tenuta sotto controllo con una catena: è il ricordo della terribile peste nera del 1348.
Casa Harry Bertoia
Dove nacque il genio multiforme Bertoia
La casa di Arieto “Harry” Bertoia si riconosce facilmente. È un tipico edificio rurale, con i sassi a vista e l’arco ribassato, con il cortile interno e la stalla, ma dai vistosi scuri dipinti di rosso. Qui l’artista nacque nel 1915 e rtascorse la sua infanzia, assorbendo le sensazioni che lo accompagneranno poi e gli saranno di stimolo nella sua vita artistica. Oggi, pur nel rispetto della struttura originaria, la casa è stata trasformata in un centro espositivo.
Reperti romani invisibili
Antica area funeraria
L’area compresa tra Arzene, Maiaroff e San Lorenzo ha rivelato nel tempo una notevole concentrazione di reperti di età romana. I primi rinvenimenti si sono avuti già a cavallo tra Otto e Novecento, quando furono recuperate monete, tessere musive, anfore e ceramiche.
Mulino Majaroff
Il mulino delle fate
È un antico mulino, un tempo di proprietà dei conti di Valvasone, che sorge sulla Roggia dei Mulini. Disponeva di tre ruote idrauliche per la macina di frumento e orzo, poi sostituite da una turbina. Più volte modificato nel corso dei secoli, è stato sottoposto a restauro storico nel 1976. Tradizione vuole che qui si potessero vedere le fate: apparivano la sera e facevano dispetti ai conducenti dei carri, scomparendo però al tocco delle campane dell’Ave Maria.
Capitello di Sant'Anna
Una protezione contro i lupi
Sant’Anna, titolare della piccola ancona, era una figura molto diffusa nelle campagne infestate dai lupi, che fino al XVIII secolo costituivano un pericolo effettivo per i bambini, in quanto una delle loro mansioni era quella di condurre al pascolo le greggi. Fino a tempi molto recenti l’ancona era meta devozionale per le donne di tutto il circondario, che qui si recavano a recitare il rosario e a pregare per avere il latte dopo il parto.
Strada Postumia
L'antico collegamento tra Genova e Venezia
La via Postumia era una strada consolare romana costruita nel 148 a.C. ad opera del console romano Postumio Albino, che attraversava l’intera pianura padana, all’epoca denominata Gallia Cisalpina. La strada si estendeva per 634 miglia, circa 932 km, congiungendo i due porti principali dell’epoca nel Mediterraneo settentrionale (Genova e Aquileia) e collegando città come Tortona, Piacenza, Cremona, Verona e Vicenza.
Chiesa di Santa Margherita a Sile
Ai confini del territorio
Sile, dove sono stati anche ritrovati resti di origine romana, è il borgo più occidentale del territorio casarsese. La comunità di fedeli locale risponde alla vicina parrocchia di Orcenico Inferiore di Zoppola. La chiesa di Santa Margherita è punto di riferimento per i momenti importanti e la festa patronale d’inizio estate.
Chiesa di San Andrea Apostolo
La chiesa dai mille volti
La parte più antica della chiesa di Sant’Andrea a Taiedo di Chions risale al 1420. Alcune sezioni furono demolite a inizio Novecento per lasciare spazio al nuovo luogo di culto in stile neogotico, che però non si è ben amalgamato con le linee dell’edificio storico.
Villa Metz-Marzola
La villa e i bachifici
La casa padronale risale al XVI secolo e ha subito un’ampia ristrutturazione a cavallo degli anni 1871-1872, la cui testimonianza assoluta è data dalla facciata nord. In quell’occasione Enrico Metz costruì gli altri due edifici.
Villa Morassutti a Chions
Edificio della seconda metà del XVIII secolo
Il complesso risale alla seconda metà del XVIII secolo. Il corpo principale è probabilmente anteriore rispetto ai lati che appaiono aggiunti successivamente con particolare eleganza nella scelta delle decorazioni in pietra.
Chiesa di San Giorgio e La Centa
Alla ricerca del drago
La chiesa parrocchiale di Chions è posta in uno dei luoghi simbolo della comunità nel Medioevo, ovvero le centa in cui gli abitanti trovavano rifugio in caso di pericolo. Persino il campanile è legato a questa antica storia, visto che sorge sui resti di una delle torre fortificate della centa.
Villa Perotti
Un modello ottocentesco di casa padronale
La villa ha pianta rettangolare, ed è composta di tre piani fuori terra, conclusi da una cornice molto aggettante. Rimane inalterata la conformazione classica di facciata.
Villa Azzano
Una villa ritmata
La villa risale al XIX secolo e presenta un corpo principale a pianta rettangolare che si sviluppa su tre piani. La facciata si presenta tripartita, grazie a un gioco di volumi, perché il corpo centrale è leggermente aggettante ed è sormontato da un timpano triangolare.
Villa Cossetti
Una villa e diversi interventi
A seguito dei numerosi rimaneggiamenti che si sono alternati negli anni e che ne hanno modificato la volumetria. La villa, risalente probabilmente alla prima metà del Settecento, presenta una facciata tripartita a tre piani e il cui corpo centrale è sormontato da un timpano triangolare.
Castello di Panigai - Arrivo Itinerario 2
I resti di un antico castello
Punto di riferimento nelle vicinanze della fine dell’itinerario è il castello di Panigai, costruito in epoca medievale per difendere i confini occidentali del Patriarcato di Aquileia. Distrutto già agli inizi del ’500, sul sito hanno trovato posto altri edifici più eleganti e meno marziali.
©️ 2024: Pro Casarsa della Delizia APS via Zatti 1, 33072,
Casarsa della Delizia (PN)
Tel. +39 0434 871031
Cell. +39 338 7874972
Email segreteria@procarsa.org
PEC
procasarsa@pec.unplifvg.it
CF 91002390937 - P. IVA 01237500937 - SDI M5UXCR1
www.procasarsa.org