Itinerario 4 - Città, boschi e castelli
32
km
35
tappe
3h 10'
durata
32
km
35
tappe
3h 10'
durata
Arzene - Partenza Itinerario 4
Borgo rurale
Il nome della località (“argine”) è legato alla sua collocazione ai margini del fiume Meduna, che fino a metà Ottocento scorreva nei pressi del paese. Ma il riferimento potrebbe essere anche al ramo occidentale del Tagliamento oggi scomparso.
Chiesa di Santa Margherita ad Arzene
Una chiesa per Margherita, la ragazza che sconfisse il drago
Il nucleo primitivo risale all’XI secolo, ma fu più volte riedificata per rispondere alle mutate esigenze demografiche e strutturali. L’edificio attuale, in ogni caso, risale al Cinquecento, anche se è stato rimaneggiato pure questo in più occasioni.
Centro storico di Valvasone
Il castello del lupo
Il borgo è cresciuto intorno al castello e si è progressivamente ampliato nel medioevo con la costruzione di più cinte murarie. Al giorno d’oggi la cittadina ha saputo mantenere l’impianto urbanistico originale, con vicoli caratteristici e numerosi edifici storici, che le è valso l’ingresso nel ristretto circuito dei “borghi più belli d’Italia”.
Brolo dell'ex convento
Un angolo verde nel borgo medievale
Dove oggi c’è una piazzetta, un tempo sorgeva una chiesa, a cui nel Quattrocento fu abbinato un primo convento (dei Serviti) e nel Settecento ne fu addossato un secondo (dei Domenicani). Oggi sopravvive solo il chiostro di quest’ultimo, recuperato negli anni Ottanta al termine di un restauro. E alle sue spalle di apre un ampio e piacevole brolo tenuto a prato, uno degli angoli più particolari di tutta Valvasone.
Prospettiva sul borgo di Valvasone
Incontro tra città e campagna
Nella pala conservata nella chiesa di Sant’Antonio il protettore della chiesa mostra i fedeli divorati dal fuoco e intercede verso Dio. Poco sopra una santa mostra la città di Valvasone come fosse su un vassoio. L’immagine dell’anonimo pittore mostra il castello e i settori urbani visti da sud.
Mulino Majaroff
Il mulino delle fate
È un antico mulino, un tempo di proprietà dei conti di Valvasone, che sorge sulla Roggia dei Mulini. Disponeva di tre ruote idrauliche per la macina di frumento e orzo, poi sostituite da una turbina. Più volte modificato nel corso dei secoli, è stato sottoposto a restauro storico nel 1976. Tradizione vuole che qui si potessero vedere le fate: apparivano la sera e facevano dispetti ai conducenti dei carri, scomparendo però al tocco delle campane dell’Ave Maria.
Capitello di Sant'Anna
Una protezione contro i lupi
Sant’Anna, titolare della piccola ancona, era una figura molto diffusa nelle campagne infestate dai lupi, che fino al XVIII secolo costituivano un pericolo effettivo per i bambini, in quanto una delle loro mansioni era quella di condurre al pascolo le greggi. Fino a tempi molto recenti l’ancona era meta devozionale per le donne di tutto il circondario, che qui si recavano a recitare il rosario e a pregare per avere il latte dopo il parto.
Strada Postumia
L'antico collegamento tra Genova e Venezia
La via Postumia era una strada consolare romana costruita nel 148 a.C. ad opera del console romano Postumio Albino, che attraversava l’intera pianura padana, all’epoca denominata Gallia Cisalpina. La strada si estendeva per 634 miglia, circa 932 km, congiungendo i due porti principali dell’epoca nel Mediterraneo settentrionale (Genova e Aquileia) e collegando città come Tortona, Piacenza, Cremona, Verona e Vicenza.
Ex polveriera
Dove c’erano gli esplosivi della Grande guerra
L’ex polveriera si trova a nord di Casarsa, nella via che porta il suo nome. Costruita nel 1908, faceva parte di un complesso sistema di fortificazioni volte a difendere il confine nord orientale d’Italia. Durante la Grande guerra faceva parte delle retrovie del fronte.
Segni di antiche risorgive (sorgenti Roggia Mussa)
Il biel paìs fra li lèdis
Il Comune di Casarsa si pone lungo la linea delle risorgive che demarca il confine tra l’alta e la bassa pianura friulana. In periodo storico gli spazi lungo le rogge erano falciati perché avevano una produzione di foraggio superiore agli altri campi visto che la temperatura costante dell’acqua mitigava anche gli effetti del gelo.
Insediamento rurale di Casarsa
La chiesa perduta (e ritrovata)
Demolita per utilizzare i materiali nella costruzione della vicina chiesa parrocchiale, questa chiesa ora è ricordata da una speciale pavimentazione in piazza Cavour. La famosa lapide che vi era custodita come ex voto per la scampata invasione ottomana del 1499 è invece custodita nel Glisiut di Santa Croce.
Chiesa parrocchiale di Santa Croce e Beata Vergine del Rosario
La chiesa con i campanili gemelli
Sembra di essere in centro a Roma e invece siamo nel cuore del Friuli: per la loro nuova chiesa parrocchiale, più grande delle precedenti visto il crescere della comunità, a fine Ottocento i casarsesi s’ispirarono al celebre modello di Santissima Trinità dei Monti.
Palazzo Burovich de Zmajevich
La residenza del conte tra barchesse e limonaie
Situato davanti alla Chiesa di Santa Croce e Benedetta Vergine del Rosario, non si conosce esattamente la data di costruzione di questo storico palazzo che però sappiamo essere presente sulla mappa catastale austriaca già nel 1830.
Casa materna di Pier Paolo Pasolini
Qui nasce“ l’Academiuta di Lenga Friulana
Casa Colussi è la casa natale della madre di Pier Paolo Pasolini, dove l’intellettuale trascorse le sue vacanze estive e dove trovò rifugio nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondale, per poi rimanervi fino al 1950. L’edificio risale alla prima metà del 1800 e si trova in centro a Casarsa.
Chiesa di Santa Croce (Glisiut)
Il cuore della fede di una comunità
La chiesa della cortina difensiva, primo nucleo dell'odierna Casarsa, fu nel Rinascimento riccamente affrescata da Pomponio Amalteo genero de Il Pordenone (che dette ispirazione ai lavori). Le bombe del 1945 distrussero i dipinti amati da Pasolini (il cui feretro qui sostò nel novembre 1945 prima di raggiungere il cimitero) ma ora un nuovo progetto digitale permette di rivederli.
Mulino di Sotto
L’ambiente naturale si fonde a quello culturale
In questa zona l’ambiente naturale si fonde a quello culturale con il corso d’acqua naturale e un piccolo laghetto artificiale. Prima di transitare su un sottopasso ferroviario si sfiora il Rio dei mulini e si scorge il prezioso ambiente del mulino di sotto ancora ben conservato.
Cimitero abbandonato di San Giovanni
I vecchi cimiteri ricchi di suggestioni
L'ex Cimitero di San Giovanni, sebbene non più in uso come luogo di sepoltura, conserva un'atmosfera suggestiva e un ricco patrimonio di memorie, raccontando la storia della comunità locale e del suo legame con la tradizione religiosa.
Duomo di San Giovanni Battista
Devozione e arte del Neogotico friulano
Nel luogo dove stava la precedente chiesa parrocchiale, a sua volta collocata dove anticamente c’era la cortina difensiva di epoca longobarda e successive, a fine Ottocento (1896) viene avviata la costruzione del nuovo maestoso Duomo su progetto dell’architetto Domenico Rupolo e lavori dell’impresa di Girolamo D’Aronco. Nel 1908 la consacrazione. Di poco precedente il campanile, dal gusto veneziano su progetto dell’architetto Raimondo D’Aronco, completato nel 1882.
Loggia comunale di San Giovanni
La Loggia dove Pasolini attaccava i suoi manifesti
Sulla piazza del paese, oggi piazza Vittoria, a fianco del Duomo, si erge un’antica loggia in stile veneto che risale probabilmente al XIV secolo, vero luogo simbolico per gli abitanti di San Giovanni di Casarsa. Anticamente era la sede della gastaldia per l’amministrazione della giustizia e della struttura comunale.
Chiesetta di Sant'Antonio Abate a Versuta
Un viaggio nel Medioevo friulano
La testimonianza artistica più antica del territorio comunale di Casarsa della Delizia, con affreschi della scuola bolognese e più in particolare di Tommaso da Modena, risalenti al 1370-80. La statua del Santo, con il tradizionale porcellino ai suoi piedi, vi guarda dall'alto, Un luogo caro a Pier Paolo Pasolini, che con una povera cipolla passata sull'intonaco riportò alla luce alcune delle pitture nel periodo della Seconda guerra mondiale.
Villa Boreana
Antico complesso agricolo
L’insediamento agricolo della Boreana è un luogo molto particolare perché si tratta di una particolarissima azienda agricola pianificata nel XVII secolo per colonizzare un complesso di terre pubbliche alienato dalla Serenissima.
Chiesa di Santa Sabina e Lucia
Antica cappella del borgo Fontana
Questa piccola chiesa edificata tra il Sei e il Settecento si presenta oggi incassata tra le case e quasi nascosta; ma in origine costituiva la cappella del borgo Fontana, sviluppatosi fuori le mura.
Centro storico di San Vito al Tagliamento
Un'area abitata sin dalla preistoria
L’area dove sorge San Vito al Tagliamento è segnata dalla presenza umana fin dalla preistoria, come mostrano i reperti del Mesolitico e del Neolitico. Ben documentata pure l’età romana, con numerosi ritrovamenti che hanno indotto a ipotizzare l’esistenza in località Gorgaz di una grande villa rustica di età medio-imperiale.
Chiesa di San Rocco a San Vito al Tagliamento
Il luogo di culto di borgo Favria
Fuori dal centro storico di San Vito, verso ovest, sorge borgo Favria, borgo rurale caratterizzato da tipologie edilizie agricole. Qui, a un punto di snodo viario, si trova la chiesa di San Rocco, risalente al Cinquecento.
Mulino dei Padri filippini
Il mulino dei frati
La presenza della roggia Versa ha favorito in passato l’attività di diversi opifici in borgo Favria. Tra questi, il mulino dei frati domenicani di San Filippo Neri. Esso ha origine molto antica: esisteva già nel 1409 e a quei tempi era di proprietà della famiglia Altan.
Chiesetta della Vergine Addolorata
Una chiesa molto amata
La piccola chiesetta sorta nei pressi del mulino dei domenicani è di recente fondazione, ma rispetto ad altre chiesette campestri qui è possibile ancora respirare un deciso attaccamento al culto.
Residuo di prato stabile
Segni di un antico paesaggio
Del vecchio paesaggio di praterie umide intervallate da qualche bosco più o meno grande è rimasto poco o nulla. Oggi più i terreni sono umidi e meno conviene ararli e quindi poco alla volta gli spazi alberati e boscati stanno crescendo proprio a partire dal biotopo dello storico “boscat”.
Cimitero degli ebrei
La testimonianza della presenza ebraica
Lo sviluppo economico e il peso politico di San Vito nei secoli di dominio della Repubblica di Venezia avevano indotto l’arrivo in città di alcune famiglie ebraiche. Il cimitero fu utilizzato fin quasi alla fine del XVIII secolo, periodo che segnò il termine della permanenza ebraica in città.
Visione sul Boscat
Ultimo resto di bosco planiziale della pianura pordenonese
In questi settori della campagna i processi più o meno intenzionali di sviluppo di una nuova naturalità sembrano essere in grado di prefigurare nuovi assetti paesaggistici. Lungo la strada si possono percepire in lontananza le masse arboree dell’ultimo resto di bosco planiziale della pianura pordenonese.
Castello di Sbrojavacca
La torre che domina il paesaggio
Dell’originario castello di Sbrojavacca rimane oggi quasi solo la grossa torre alta circa 30 metri. A pianta quadrata con lati di 8 metri e spessore del muro alla base di oltre un metro e mezzo, in origine si articolava su sei piani. La conformazione delle mura e i numerosi fori presenti fanno pensare che essa fosse affiancata da altri edifici.
Braidacurti e le risaie
Antica zona di risaie
Probabilmente alla fine del XVII secolo nella zona delle paludi delle Melmose vicino a Sbrojavacca sorse una speciale azienda agricola che dopo il disboscamento occupò grandi spazi di terre pubbliche umide e non coltivabili. L’idea era quella di costruirvi una azienda legata alla coltivazione del riso.
Marignana
Esempio di insediamento medievale
Il piccolo insediamento rurale di Marignana ha ancora la capacità di restituirci un modello insediativo medievale lineare. Un villaggio di strada orientato da nord a Sud e collocato su un dosso argilloso posto lungo il rio Selvata che aveva a monte una ampia palude. L’abitato si poneva in una posizione alta capace di sfruttare una ampia zona coltivabile di terreni asciutti.
Melmose
Zona delle risaie storiche
Questa grande pianura è divisa in Melmose di Sopra e di Sotto a seconda della posizione degli insediamenti agricoli all’interno del bacino della Roggia Selvata che proviene dalle risorgive di Prodolone e che qui assume una consistente dimensione.
Prati Burovich
Contrasti tra masse arboree e praterie
Il complesso dei prati Burovich, dal nome degli ultimi proprietari, rappresenta una testimonianza delle sistemazioni agrarie dell‘ 800. Sulla sinistra del fiume Reghena, pezze allineate e contigue a prati stabili, larghe una trentina di metri si allungano formando grosse fasce verdi, unite dalle alberate che fiancheggiano i fossati.
Centro storico di Sesto al Reghena - Arrivo Itinerario 4
Splendido borgo di origine romana
Il nome Sesto deriva dall’esistenza di una statio (luogo di sosta) in età romana, posta sei miglia dalla città di Iulia Concordia, lungo la via che portava a nord. Di sicuro il luogo acquisì importanza in età longobarda, quando venne fondata l'abbazia dedicata a Santa Maria.
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